- - I cani e
i gatti di razza sono selezionati a fini di commercio, con la conseguenza di
ingenerare negli animali gravi tare genetiche e malattie ereditarie che
influiscono pesantemente sulla qualità della loro vita. Gli animali di razza
sono GRAVEMENTE MALTRATTATI per selezione, e presentano deformità e malattie
spesso assai gravi e invalidanti. I carlini, i bassotti e gli sphynx non sono
belli, né teneri né simboli di lusso, ma individui costretti ad una vita
infelice per soddisfare i capricci di chi li compra. –
Uno degli esiti del capitalismo
dell’ultimo secolo, con i suoi modelli di produzione e consumo, è la selezione
di razze di animali domestici (principalmente cani e gatti, anche se non si
possono dimenticare per es. i conigli) portatrici di gravi tare genetiche,
malformazioni fisiche drammatiche e affetti da malattie ereditarie in modo
estremamente frequente.
Dietro tutto questo c’è il
commercio di animali (i cosiddetti “allevamenti”) e la tendenza degli umani,
come mammiferi, a desiderare la compagnia di piccoli amici simili a neonati
bisognosi di cure ed affetto.
I cuccioli dei mammiferi hanno
caratteristiche fisiche che evocano negli adulti istinti di cura. Testa
relativamente grande e rotonda, occhi grandi, voce sottile, sono caratteri
tipici dei cuccioli che costituiscono un richiamo che induce negli adulti un
comportamento protettivo, di alimentazione e cura. Per questo molte persone
vanno matte per i cuccioli (so per esperienza che è molto facile affidare un gattino
di 2 mesi, e diventa molto più difficile a 4 mesi, anche se si tratta sempre di
un gatto molto giovane).
Mettiamoci pure che possedere un
animale di razza, specie se “di moda” e magari costoso ed esteticamente
“particolare”, è, come per qualsiasi altro oggetto sottoposto a mercato, un
segno di status. Inoltre, certe razze evocano anche sentimenti trasposti di
superiorità, forza e rivalsa sugli altri (parlo di razze più o meno grandi,
forti e potenzialmente pericolose, come bulldog o pittbull).
A partire dalla seconda metà del
19° sec. In Inghilterra sono nati i primi “club di razza” cinofili, unioni di
allevatori e appassionati che hanno stabilito gli standard di razza che di
seguito hanno portato alla modificazione progressiva dei cani fino ad arrivare
alle forme attuali.
In precedenza le razze erano
poche e da lavoro, per cui selezionate per specifici compiti (caccia, pastorizia, guardia), e con il fine
di produrre animali comunque resistenti e solidi. Questo ha portato ad ottenere
un numero di limitato di razze, con particolari tendenze comportamentali, ma
complessivamente sane e non eccessivamente modificate.
Attualmente invece si è arrivati
ad animali che per rispondere agli standard presentano deformità evidenti ed
invalidanti, e che presentano malattie ereditarie di varia natura con frequenza
molto più alta dei cani non selezionati.
Tutte le razze brachicefale e
dolicocefale, cioè con cranio accorciato e muso più o meno ridotto (Cavalier
king, carlini, bulldog, ecc.) hanno una deformazione gravissima che comporta
problemi alla respirazione, alla masticazione, agli occhi, ecc. Questo è un
carattere cercato appositamente, e comporta SEMPRE gravi problemi per l’animale
che lo porta.
Esistono razze giganti o nane
(toy), dagli alani ai chihuahua.
Ci sono razze con problemi
scheletrici assai frequenti, come displasia di anca e gomito, discopatie
intervertebrali, lussazione rotulea.
Ci sono poi varie cardiopatie
congenite, problemi allo stomaco, agli occhi, al sistema nervoso, dermatiti e
anche patologie del comportamento che sono particolarmente frequenti in certe
razze. Personalmente, non ho conosciuto nessun boxer che non sia stato affetto
da tumori.
Questo naturalmente comporta
sofferenze gravi e spesso continue per gli animali affetti, e ingenti costi per
cure veterinarie e farmaci per i proprietari.
Naturalmente, esistono allevatori
e allevatori, da “spacciatori di cuccioli” di dubbia provenienza e a basso
costo, ad allevatori poco seri, ad altri più seri che cercano di limitare i
danni. Si tratta comunque di commercio di esseri viventi, che a mio avviso non
è diverso dal commercio di schiavi umani.
Quindi, perché continuare con la
selezione delle razze (cosa peraltro generalmente non accettata, giustamente,
in ambito umano) e con la produzione di animali malati? Perché continuare ad
alimentare un mercato con regole che comportano sofferenza per gli animali che
molti dicono di amare?
C’è un problema di coscienza del
problema grande come una casa.
Io consiglio la lettura del libro
citato come fonte, che è scritto da un veterinario e illuminante sotto molti
aspetti. E ricordo che, per chi vuole un amico (e non un oggettino da mostrare
e sbandierare), ci sono canili e gattili pieni di animali meticci (ma non solo)
che aspettano qualcuno che gli possa concedere una vita decente.
Fonte: Massimo Raviola - Che
razza di bastardo – Cani, gatti e maltrattamento genetico. Un passo verso
l’adozione consapevole. Ed. L’età dell’acquario.